Nei primi anni di questo nuovo decennio si parlava della telechirurgia come “la prossima frontiera”, oggi invece ci sono tutti gli elementi per poter affermare che questa pratica è ormai una prassi consolidata che migliora di molto la tecnica chirurgica ospedaliera. L’obiettivo è tentare di ridurre il più possibile i traumi post-operatori. Proprio questo sviluppo decisivo ha consentito l’introduzione di innovative tecniche mini invasive che costituiscono lo standard per diverse procedure chirurgiche, soprattutto urologiche, addominali e ginecologiche. Negli ultimi anni, i sistemi robotici sono diventati parte centrale di questo processo. Lo dimostra, tra gli altri, il progetto avviato in forma sperimentale all’inizio di quest’anno dall’Asl di Brindisi e dall’ospedale “Perrino”: mentre gli operatori eseguono un intervento, un tutor collegato da remoto con un computer, un tablet o uno smartphone, può comunicare e fornire indicazioni sulla procedura. Il tutor ha la capacità inoltre di effettuare sul filmato dell’intervento chirurgico annotazioni grafiche che compaiono in tempo reale sul monitor in sala operatoria.
“La telechirurgia – commenta il direttore generale Maurizio De Nuccio in una nota stampa curata dall’Ufficio comunicazione del nosocomio pugliese – è stata fortemente voluta dal dottor Manca, e sostenuta dalla direzione sanitaria. Dal punto di vista tecnico è stata sviluppata dall’Unità operativa Sistemi informativi aziendali. L’iniziativa potrà essere replicata anche in altre specialità, in cui l’intervento chirurgico viene effettuato con il supporto delle immagini, come la cardiologia interventistica. L’obiettivo finale è la messa in rete di tutti gli ospedali, a iniziare da quelli pugliesi, per offrire ai pazienti una prestazione super-specialistica e tempestiva”.
La Remote surgery è una modalità avanzata per effettuare gli interventi chirurgici. L’operatore può essere assistito e guidato da un chirurgo più esperto, collocata anche in un’altra parte del mondo, per supportare virtualmente i colleghi durante tutta la durata dell’intervento, grazie anche alla telestration, l’addestramento con il supporto di ausili informatici. La telechirurgia è un valore aggiunto per l’aggiornamento professionale e per la formazione di giovani chirurghi.È stato ampiamente dimostrato che il telementoring è in grado di accelerare notevolmente i tempi d’apprendimento. Il sistema multimediale consente agli allievi di recepire velocemente e consolidare direttamente le nuove tecniche.
Il progetto è stato finanziato con risorse Pnrr, nell’ambito della Missione 6 che prevede, tra l’altro, la digitalizzazione delle strutture sanitarie ospedaliere di primo e secondo livello.
Fonte: La Voce MBA