Identificare nuovi trattamenti in grado di istruire la cellula a riconoscere i segnali di stop prematuro causati dalle mutazioni nonsenso (la cellula interrompe la produzione della proteina, che così rimane tronca, incompleta), permettendole di inserire un aminoacido e consentendo quindi la prosecuzione della sintesi della proteina CFTR. È questo l’obiettivo del progetto multidisciplinare dell’ospedale “Gaslini” di Genova finanziato, per il prossimo triennio, dal Cystic Fibrosis Trust (Gran Bretagna) nell’ambito del bando internazionale per gli Strategic Research Centres.
Come informano dal nosocomio ligure attraverso una nota stampa, i farmaci modulatori attualmente disponibili consentono di trattare solo 7 persone su 10 affette da fibrosi cistica, malattia grave presente generalmente dalla nascita. La maggior parte dei pazienti ancora senza cura presenta mutazioni nonsenso. Per questa ragione, il percorso intrapreso rappresenta un nodo cruciale per quanto riguarda lo studio dei meccanismi molecolari della malattia e nello sviluppo di nuove terapie personalizzate. Questo studio infatti si inserisce nel più ampio programma di ricerca della UOC di Genetica Medica, che promuove lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per le malattie genetiche rare.
La fibrosi cistica è una malattia genetica ereditaria che colpisce 1 neonato su 2.500–2.700. È dunque una malattia genetica che può essere definita rara e viene trasmessa con modalità autosomica recessiva. Questa malattia è causata da mutazioni che causano la perdita di funzione della proteina CFTR. che funziona come via di passaggio per gli ioni cloruro e bicarbonato. Grazie alla sua attività, la superficie delle vie aeree può mantenere la corretta idratazione. Quando la proteina CFTR non funziona, le vie aeree si disidratano riempiendosi di muco, si crea un ambiente favorevole per le infezioni, aumenta l’infiammazione e può sorgere un danno polmonare che causa alla insufficienza respiratoria.
Le mutazioni che causano la perdita di funzione della proteina CFTR agiscono con vari meccanismi, danneggiando la proteina in modo differente. Le proteine sono formate da una sequenza di aminoacidi, che, come in un puzzle, si incastrano formando la struttura tridimensionale della proteina. Le nostre cellule sono in grado di sintetizzare le proteine a partire dalle istruzioni che si trovano nella sequenza di DNA (il gene) corrispondente. Quando c’è una mutazione, vuol dire che la sequenza in quel punto ha presenta un errore, e questo può determinare il mancato inserimento dell’aminoacido o l’inserimento dell’aminoacido sbagliato. In questi casi, la struttura tridimensionale della proteina può essere alterata in maniera tale da renderla non funzionante.
Fonte: La Voce MBA