Il Parkinson incontra l’intelligenza artificiale (ma non per la prima volta). Passi in avanti nel percorso di ricerca riguardante la malattia di Parkinson idiopatica, maggiormente nota come malattia di Parkinson, descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817 nello studio An Assay on the Shaking Palsy. Il progetto, presentato dal diciottenne Tommaso Caligari, studente di robotica all’ITS “Omar” di Novara, istituto tecnico tra i più aperti a percorsi formativi innovativi, ha lo scopo di applicare l’algoritmo negli ospedali dove si fa diagnosi per il Parkinson come primo screening della malattia. Tutto è nato da un’esperienza personale e familiare raccontata all’Agenzia Agi dallo stesso inventore: “Mio nonno – racconta Tommaso – è stato ricoverato lo scorso anno proprio per la malattia di Parkinson. In questo modo ho cominciato a conoscere questo universo spesso sconosciuto ai più”.
La malattia di Parkinson è una sindrome extrapiramidale caratterizzata da rigidità muscolare che emerge con resistenza ai movimenti passivi e può aumentare in caso di stato di ansia e bradicinesia (rallentamento dei movimenti volontari). Questi sintomi si risolvono poi in disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva. Altri sintomi possono essere depressione e lentezza nel parlare. Caligari ha iniziato ad interrogarsi sulla possibilità di adoperare la tecnologia per curare meglio i malati di Parkinson studiando la diagnosi del nonno. “Nelle fasi iniziali della malattia – spiega all’Agi – i disturbi come il tremore e la difficoltà del cammino non sono ancora visibili ma cominciano a presentarsi in modo impercettibile. Io ho sviluppato questo algoritmo che è in grado di riconoscere la figura umana e tracciarne i movimenti e in particolare le alterazioni nell’oscillazione della spalla e del gomito che sono uno dei primi sintomi in fase precoce della malattia di Parkinson”.
“Si tratta – prosegue- di oscillazioni talmente piccole che l’occhio umano non è in grado di riconoscerle. Questo sistema sfrutta due telecamere che vengono posizionate una di fronte all’altra a circa 5 metri di distanza e analizzano il cammino del paziente sotto esame. Il programma è in grado di rilevare i movimenti del paziente che cammina e compararli con un algoritmo di machine learning allenato su un gruppo di persone sane e su un gruppo di pazienti con Parkinson conclamato. La comparazione riesce a mettere in evidenza gli indicatori precoci della malattia”.
Dopo la malattia di Alzheimer il Parkinson è la malattia degenerativa più diffusa. Oggi in Italia a convivere con questa patologia sono circa 300 mila pazienti.
Fonte: La Voce MBA