Si tratta di una delle tecnologie tra le più promettenti dei prossimi anni nel monitoraggio finalizzato alla neuro-protezione, essendo in grado di misurare a livello regionale parametri come l’ossigenazione ed il flusso ematico tissutale cerebrale. È questa la tecnologia non invasiva Nirs (Near Infrared Spectroscopy), adottata dall’unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Belluno, che permetterà interventi di chirurgia endovascolare con la massima sicurezza per i pazienti.
La NIRS è una tecnica diagnostica non invasiva in grado di misurare in tempo reale l’ossigenazione tissutale utilizzando strumentazioni portatili. La NIRS utilizza un mezzo innocuo per studiare i tessuti biologici, la radiazione ottica, precisamente la banda spettrale nel vicino infrarosso (NIR, 700-950 nm). Il fotone NIR lanciato nel tessuto biologico non lo attraversa secondo un percorso rettilineo tra sorgente e rivelatore, come nel caso del fotone X, ma esegue un percorso maggiore che si conclude con l’assorbimento totale del fotone da parte del tessuto (evento raro nella banda spettrale NIR) o con la sua fuoriuscita dal tessuto (fotoni “trasmessi” e fotoni “riflessi”). Presso la Falls and Syncope Unit del St. James’s Hospital di Dublino è disponibile la NIRS, che viene regolarmente utilizzata per il monitoraggio della saturazione cerebrale. Il monitoraggio viene attuato attraverso il posizionamento di un piccolo sensore sulla fronte del paziente, collegato ad un monitor su cui è possibile visualizzare il tracciato relativo all’andamento dei livelli di emoglobina, ossigenata e non, e della saturazione cerebrale.
Come comunicato dal nosocomio bellunese, è una metodica diagnostica impiegata negli interventi sulla carotide che verrà applicata anche negli interventi su aneurismi della aorta toraco-addominale effettuati dalla équipe della Chirurgia Vascolare. La Nirs si basa sull’emissione di fasci di infrarossi da sensori applicati sulla cute e permette di indagare l’apporto sanguigno nel settore esplorato. Questo consente di capire lo stato di ossigenazione dell’organo attraversato dall’infrarosso e permette di mettere in atto le manovre correttive necessarie.
Nello specifico, attraverso sensori all’infrarosso di ultima generazione si potranno monitorare gli apporti di ossigeno non solo a livello cerebrale, ma anche a livello del midollo spinale, consentendo di individuare tempestivamente eventuali problemi di irrorazione sanguigna in questi importanti distretti nel corso di interventi di chirurgia endovascolare della aorta.
Fonte: La Voce – Mutua MBA